Educazione Ferroviaria

 

La maggior parte delle persone decedute o ferite gravemente in incidenti ferroviari non è direttamente coinvolta nel trasporto, cioè non sono né passeggeri di treni né personale di servizio. Questa percentuale supera costantemente il 95% delle vittime in incidenti gravi. Tale incidentalità presenta due peculiarità importanti: è legata a elementi comportamentali degli individui e non a carenze tecnico/normative e non è oggettivamente correggibile con maggiori controlli, data l’estensione e la varietà di impianto della rete ferroviaria, a meno di interventi massivi da parte dei Gestori di rete.

All’interno di questa casistica, occupano un posto molto doloroso gli episodi che vedono protagonisti i giovani: dalla generica distrazione e/o imprudenza (uso di cuffie auricolari, mancata percezione e/o valutazione del pericolo connesso al treno sopraggiungente, sottovalutazione dell’importanza delle regole di sicurezza, etc.) si sta passando addirittura a un approccio improprio allo scenario ferroviario (utilizzare i ponti ferroviari per tuffi in acqua, sfide al pericolo per iniziazione bullesca, selfie sui binari, surf train, vandalismi, etc.).

Il nostro Paese costruisce il suo processo di modernizzazione con percorsi e strumenti che puntano alla formazione del consenso attraverso il coinvolgimento attivo e informato dei cittadini, soprattutto in quella fascia di età adolescenziale di formazione della personalità in cui, al contempo, sono minori le difese ma è maggiore la predisposizione a recepire messaggi positivi.

L’Agenzia ha inteso scendere sui campi di aggregazione dei ragazzi (la scuola e lo sport), dove la presenza di una comunità giovanile finalizzata al raggiungimento di risultati, e in tal senso organizzata, offre la garanzia prima: il contatto diretto con i ragazzi e il loro “avviamento” alla sicurezza ferroviaria che avviene all’interno di sistemi di riferimento già portatori di educazione civica come le regole, il loro senso di solidarietà civile, l’utilità del loro rispetto.