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angle-left SICUREZZA FERROVIARIA: L’IMPORTANZA DEL FATTORE UMANO E DELLA FORMAZIONE

Venerdì, 25 Novembre 2022

 Promuovere processi formativi di qualità nel settore della sicurezza ferroviaria e delle infrastrutture in generale, dare spazio e attenzione agli aspetti legati al fattore umano, contestualizzati in un approccio sistemico capace di considerare insieme tutti i rischi operativi, organizzativi e tecnici per produrre processi sempre più integrati. ANSFISA ne ha parlato al primo appuntamento di “FerMerci In Formazione”, che si è tenuto presso la sede del CNEL a Roma e che ha coinvolto tutti gli stakeholders della logistica ferroviaria. 

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La formazione e lo studio dei comportamenti umani è un elemento cruciale per la creazione di un sistema sempre più performante e sicuro. “Analizzando il dato incidentale – ha detto Pier Luigi Giovanni Navone, Dirigente generale della direzione per la sicurezza delle ferrovie di ANSFISA - registriamo negli anni un’evoluzione in positivo: una decrescita importante dovuta alla tecnologia e ai sistemi di gestione della sicurezza. L’Agenzia ha inoltre imposto alcune condizioni, ma con il tempo la tendenza a decrescere delle curve si indebolisce ed ecco perché occorre lavorare sui fattori umani e organizzativi: in questo ambito quindi formazione e studio dei comportamenti risultano centrali”.

La formazione non va intesa solo come un insieme di conoscenze teoriche apprese in aula e di competenze tecniche, ma come accade nella formazione di nuovi macchinisti, istruttori o esaminatori, che ANSFISA certifica “significa progettare e rendere fruibile anche una formazione di ruolo – ha spiegato Claudio Bargilli, Dirigente ANSFISA - e su tale capacità influiscono sia aspetti organizzativi come ambiente, condizioni di lavoro, sia aspetti individuali come formazione tecnica, formazione di ruolo, condizioni fisiche e psicologiche”. In altre parole, dietro un inconveniente di esercizio, c’è quasi sempre un comportamento inadeguato ma, nell’analizzarlo, non ha senso fermarsi alle responsabilità. Occorre invece, occuparsi anche delle «condizioni» in cui questo comportamento si è sviluppato e qui si aprono delle prospettive utili per creare le condizioni affinché l’evento non si ripeta.

ANSFISA promuove quindi un approccio sistematico ai fattori umani e organizzativi attraverso l’integrazione, la valutazione e lo sviluppo degli stessi all’interno dei sistemi di gestione della sicurezza, i cui requisiti sono stabiliti a livello europeo. “In un approccio sistematico – ha rilevato Ilaria Castriota, Dirigente ANSFISA – l’operatore deve individuare e analizzare tutti i rischi operativi, organizzativi e tecnici inclusi quelli derivanti da fattori come il carico e la progettazione del lavoro, la fatica o l'adeguatezza delle procedure e affrontare i rischi associati all'impiego di strumentazione, mansioni, condizioni di lavoro, provvedimenti organizzativi, considerando le capacità umane, le limitazioni ad esse connesse e l'influenza che esse esercitano sulla prestazione umana”. Tenere conto di tutti questi fattori in maniera integrata rappresenta la sfida in termini di cultura della sicurezza. “La prospettiva del nuovo approccio sistematico – continua Castriota - che ANSFISA sta avendo modo di testare con audit mirati ha già portato risultati e promette ulteriori sviluppi: il personale si sente coinvolto e si fa promotore di una cultura della fiducia e dell'apprendimento reciproci contribuendo così alla diffusione della cultura della sicurezza e alla disseminazione delle buone pratiche”