angle-left NUOVE LINEE GUIDA PER LA SICUREZZA DI STRADE E AUTOSTRADE: UN MODELLO PER UNIFORMARE VERIFICHE E MANUTENZIONE

Le Linee Guida sui sistemi di gestione della sicurezza emanate da ANSFISA rappresentano un riferimento metodologico a supporto dei gestori stradali nazionali, responsabili diretti della sicurezza delle infrastrutture. Dopo un articolato iter di consultazione e confronto con gestori e operatori del settore, le Linee Guida sono state adottate con il decreto direttoriale del 22 aprile scorso e sono disponibili su questo sito nella sezione dedicata.

Perché sono state emanate

Nella complessità attuale del sistema della mobilità, il miglioramento degli standard di sicurezza delle infrastrutture deve partire dalla consapevolezza dell’attuale conformazione e dello stato delle reti, in rapporto all’evoluzione del traffico e, in ogni caso, non può essere assicurato esclusivamente attraverso la “conformità regolamentare”. L’obiettivo del miglioramento deve essere inquadrato in un processo complesso, che deve radicarsi in un sistema strutturato, metodologicamente solido e orientato alla prevenzione continua. Risulta di cruciale importanza quindi utilizzare la raccolta e l’analisi dei dati, che derivano da processi conoscitivi strutturati inerenti allo stato e alle condizioni di utilizzo dei diversi asset, adottando come strumento per le decisioni l’analisi dei rischi e la successiva gestione delle misure di mitigazione all’interno di un Sistema di Gestione della Sicurezza, secondo modelli di uso già ampiamente consolidato nel mondo del trasporto navale, ferroviario e dell’aviazione. Rientra, d’altronde, nella mission istituzionale di ANSFISA l’attività di promozione dell’adozione da parte dei gestori stradali e autostradali di Sistemi di Gestione della Sicurezza per le attività di verifica e manutenzione delle infrastrutture. Le Linee Guida, quindi, propongono un modello strutturato e uniforme in termini applicativi per pianificare e implementare i processi di monitoraggio e manutenzione applicabili alle infrastrutture stradali e autostradali e colmano un gap normativo e procedurale tuttora esistente. Il documento può costituire anche un importante contributo a livello europeo nell’ambito dei sistemi di gestione delle infrastrutture stradali nell’ottica della massima integrazione possibile degli sforzi protesi al raggiungimento degli obiettivi di sicurezza e alla riduzione delle criticità infrastrutturali e dell’incidentalità stradale.

A cosa servono le Linee Guida

Al fine di supportare la definizione di corretti processi organizzativi dei gestori stradali, le Linee guida definiscono specifiche di certificazione ben cristallizzate e costituiscono un riferimento procedurale chiaro e condiviso relativamente alle attività di verifica, manutenzione e adeguamento delle reti di infrastrutture stradali mirando in particolare a:

  • Diffondere l’adozione di un metodo di lavoro strutturato e professionale basato sulla conoscenza finalizzata alla prevenzione;
  • Consentire l’integrazione della sicurezza delle infrastrutture con quella del traffico stradale e quella degli addetti ai cantieri di lavori stradali;
  • Supportare la gestione dei processi manutentivi in forma adeguata rispetto alla domanda di sicurezza, promuovendo anche l’ottimizzazione degli investimenti finanziari;
  • Coinvolgere in tutto il processo gli operatori e i gestori che sono in prima linea, assicurando un’interfaccia più efficiente con le autorità di vigilanza;
  • Favorire un approccio proattivo alla sicurezza, che superi quello più limitato delle analisi post-evento incidentale;
  • Creare un dataset coerente per analizzare le limitazioni performance di sicurezza, al fine di definire le azioni manutentive correlate

 

Come sono state sviluppate e che caratteristiche hanno

Il testo delle nuove Linee Guida è frutto di un attento lavoro di coinvolgimento di professionisti, esperti e operatori di settore: ANSFISA, operativa da novembre 2020, ha sin da subito istituito un gruppo multidisciplinare che ha incluso i professionisti delle due Direzioni generali dell’Agenzia, la sicurezza delle infrastrutture stradali e la sicurezza delle ferrovie, per produrre una prima elaborazione per una consultazione interna. Ha poi istituito tre tavoli tecnici per assicurare il coinvolgimento dei diversi portatori di interesse, istituzionali e privati: il primo per la rete autostradale e nazionale, il secondo per la rete stradale locale e il terzo per gli operatori della valutazione e della conformità.

I tavoli tecnici si sono riuniti diverse volte nel corso del 2021, contribuendo significativamente al miglioramento delle specifiche, anche sulla base dell’esperienza sul campo.

L’output finale quindi è uno strumento nuovo, frutto di un ragionamento complessivo del sistema che ha preso in considerazione il meglio della normativa internazionale e nazionale come i Sistemi di Gestione della sicurezza dell’ICAO (International Civil Aviation Organization), dell’EASA (European Aviation Safety Agency), dell’ERA (European Railway Agency) e la Direttiva europea Seveso III con norme verticali quali le linee guida Road Infrastructure Safety Management – RISM sviluppate dall’International Transport Forum, le Linee guida sui ponti esistenti del Consiglio superiore dei Lavori pubblici, adottate dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, le analoghe linee guida sulle gallerie esistenti, quelle relative al D.lgs. 35/2011 (sicurezza delle infrastrutture) e quelle relative alle gallerie stradali della rete TERN (D.Lgs 264/2006).

La cassetta degli attrezzi

Al fine di agevolare l’avvio e il funzionamento efficace del sistema di gestione della sicurezza, nelle Linee Guida ANSFISA è stata inclusa una vera e propria “cassetta degli attrezzi” in cui sono stati delineati un insieme di strumenti operativi pronti all’uso:

  • un modello tipo di Registro dei Pericoli per identificare e registrare i pericoli, effettuare la valutazione dei rischi, individuare le eventuali misure di mitigazione e costruire un programma temporale di attività descrivendo chi e quando dovrà fare che cosa;
  • un modello tipo di Politica di Sicurezza che richiama i contenuti fondamentali di una politica di sicurezza dell’organizzazione;
  • un modello tipo di Rapporto di sicurezza, per i contenuti essenziali da utilizzare per implementare un “reporting system” aziendale;
  • un modello tipo di contenuti del Manuale SGS con i contenuti essenziali da includere;
  • una guida per elaborare la relazione sulla gestione del cambiamento, un modello tipo con le indicazioni fondamentali per descrivere le valutazioni di rischio associate ed una dettagliata check list di verifica di ogni aspetto del “change management”;
  • un modello tipo per la definizione, l’implementazione e monitoraggio attraverso Indicatori di Prestazioni sulla Sicurezza, che può essere ulteriormente arricchito ed integrato in ragione delle specificità dei singoli gestori, ai fini dell’individuazione delle tendenze evolutive dei sistemi su base periodica;
  • un modello tipo per la risoluzione dei problemi.

Per rendere il lavoro più completo ed esaustivo possibile è stata anche proposta un’Istruzione Operativa volta a stabilire criteri uniformi per la valutazione delle competenze dell’ “Ingegnere Esperto in Sicurezza delle infrastrutture e dei trasporti e Sistemi di Gestione della Sicurezza” finalizzata a definire il perimetro delle competenze professionali necessarie a formare operatori in grado di effettuare valutazioni oggettive ed incrementare, con competenza, terzietà ed indipendenza, le condizioni di sicurezza delle infrastrutture.

E ora?

Nei prossimi mesi, si delinea un percorso di transizione verso nuovi sistemi che sarà il frutto dell’applicazione delle Linee guida e della collaborazione con gli operatori del settore, nell’ambito dell’implementazione dei SGS-ISA, anche nella prospettiva di valutare i ritorni di esperienza, nell’ottica del miglioramento continuo e della certificazione dei sistemi stessi.